Primo anno sulla bilancia
Come i vecchi nostalgici, ripercorriamo i momenti salienti di BarBalcani. Grazie per avermi fatto compagnia e per essere qui anche il 12 giugno, un giorno per me non qualunque...
Ciao,
bentornata o bentornato a BarBalcani, la newsletter che…
No. Oggi si fa in modo diverso.
Ricominciamo.
Ciao,
ben ritrovata o ritrovato.
Oggi sono un po’ emozionato a scriverti queste righe.
Con la 50ª tappa è finito il primo anno della newsletter che ci ha portati lungo tanti sentieri dei Paesi balcanici. A piedi, virtualmente. A tappe, seduti sul divano.
Un anno, dicevamo. Ti dirò di più: un anno esatto.
Perché, nonostante la primissima tappa di presentazione di BarBalcani sia datata 20 giugno, la genesi di questo viaggio risale proprio al 12 giugno 2020.
Che poi è stato un po’ come un auto-regalo di compleanno. E considerati i frutti - tra nuove scoperte e nuove conoscenze - è stata la scelta migliore da fare.
Non starò a dilungarmi su come è nato tutto questo.
Ma puoi fidarti che ha diverse componenti di casualità e assurdità. Di amici che hanno contribuito a incanalare al meglio l’iniziale slancio sfrenato. Di progetti giganti ancora nel mirino.
Facciamo che, se ti incuriosisce, ne parleremo davanti a una birra. Quando ci incontreremo al bancone di un qualsiasi bar, stavolta per davvero.
Ci tenevo però a fare un bilancio. Anzi, proprio a mettere sulla bilancia il primo anno e a ripercorre insieme a te i momenti salienti.
Ma, prima di tutto, c’è una cosa che mi preme dirti.
È stato un anno di divertimento vero, quello che ha accompagnato l’invio settimanale di newsletter sui Balcani occidentali.
Spero sia passato lo sforzo di non presentare mai argomenti banali o inflazionati. O comunque il tentativo di fare sempre un passetto in più a livello di qualità.
Se giriamo la medaglia, è stato anche un anno di lavoro vero e nascosto. La ricerca di fonti, le letture, lo studio, le interviste.
E poi la traduzione (mia, ma con il supporto di una persona davvero speciale), per consacrare definitivamente una newsletter bilingue italo-inglese.
Il lavoro fatto bene ha sete di ore ed energie. Da sottrarre al tempo libero, perché questo non è un lavoro retribuito.
È un divertimento, ma costa.
Costa non staccare gli occhi dal computer la sera, quando finisce il lavoro per la redazione di Eunews ma comincia quello per BarBalcani.
Costa cercare nuovi contatti e programmare videochiamate. Costa sottoscrivere abbonamenti a giornali stranieri per rimanere aggiornati.
Costa anche programmare un viaggio sui Balcani, per raccontarti nuove storie proprio da lì, sul campo. Per l’attrezzatura, gli alloggi, i trasporti e tanto altro.
Per tutte queste ragioni, dopo questo anno passato insieme, ti chiedo di valutare la possibilità di fare una donazione, cliccando su questa immagine:
Non sarò io a dirti se sono tanti o pochi soldi. È una questione soggettiva. Ma puoi valutare cosa valgono per te 3 euro al mese, o 15 in un anno intero (o un’offerta libera).
Sappi che sono tempi di crisi per i modelli di business del giornalismo. Per provare a uscirne, alcuni di noi stanno adottando un nuovo approccio: paga il lettore, se e quando vuole.
Come ha scritto Francesco Costa, vicedirettore de il Post e autore della newsletter Da costa a Costa, “per il solo gusto di permettere al progetto di esistere. E poi vediamo che succede”.
Ma già lo sai. In ogni caso la newsletter BarBalcani rimarrà gratuita. E questo non cambierà mai.
L’unica differenza sarà l’omaggio che riceverai come ringraziamento: un articolo-podcast ogni secondo mercoledì del mese, per ripercorrere cosa stava accadendo nell’ex-Jugoslavia di 30 anni fa, proprio in quel mese.
La macchina del tempo delle guerre nell’ex-Jugoslavia la trovi anche su Spreaker, Spotify, Apple Podcast e Google Podcast.
È un pezzetto di lavoro aggiuntivo, un altro passo in più a livello di qualità.
Ecco tutto. A prescindere da ciò che deciderai, grazie. Di cuore.
(Oh, poi non venirmi a dire che non ti ho suggerito un bel regalo di compleanno, proprio oggi, che di anni sono 27!)
Rewind
Ci siamo. Come per tutti i vecchi nostalgici, è arrivato il momento di ripercorrere i bei tempi passati.
Non possiamo non partire dall’origine di tutto: Calcio, aquile e vendette. L’orgoglio del Kosovo nel cuore delle Alpi. Era la 1ª tappa, forse un po’ acerba, ma con già tutti gli elementi ben chiari di quella che sarebbe diventata BarBalcani.
Con la 3ª tappa, In Croazia l’Europa ha un problema con #BlackLivesMatter, è iniziato probabilmente il lavoro vero, su temi a cui tengo personalmente.
Un tema, quello della rotta balcanica e delle responsabilità dell’Unione Europea nei confronti dei migranti, che abbiamo ritrovato in Dear migrants, noi avremmo un Patto (ospite, Chiara Catelli) e Le altre Lipa. O la vergogna europea (ospite, l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino).
Abbiamo poi iniziato altri ragionamenti organici.
Per esempio, quello sulla parità di genere: dalla 6ª tappa, Empowering women, alla 37ª, L’otto marzo, lotto ogni giorno (ospite, Sara Latorre).
Oppure quello sul COVID-19. Il quadro iniziale sulla seconda ondata in Generale Coronavirus, la sfida geopolitica in La battaglia dei vaccini nella Terra di mezzo, fino ai consigli per trascorrere il lockdown in Cultura da divano.
Ma la tappa che più di tutte ha illuminato il cammino è stata l’8ª, L’ottava contro le mafie (ospite, Carmela Racioppi). Per il tema a cui sono legato a doppio filo, per la primissima intervista pubblicata su BarBalcani e perché da quel momento in poi una presenza ha vegliato su ogni nostro passo (death is not the end, fratello).
Death is not the end come ci ha ricordato la scomparsa del De André dei Balcani, Đorđe Balašević, omaggiato con i versi di Faber in Solo la morte mi ha portato in collina.
Sulla questione di mafia e antimafia, invece, ci siamo ritornati diverse volte: in Buon compleanno, Daphne per ricordare l’ultima inchiesta della giornalista maltese assassinata, in Questo fiore è per Hyso in memoria del ragazzo vittima innocente di mafia e in Gli ultimi flussi criminali.
Nella 17ª tappa, L’arte (marcia) del potere, abbiamo fatto un’immersione nella politica in Albania (ospite, Nicola Pedrazzi, giornalista di Osservatorio Balcani e Caucaso).
Questo, appena prima di prendere un sentiero che probabilmente ha cambiato tutto: le due trilogie su Sarajevo.
Dicevamo, le due trilogie su Sarajevo. Il momento in cui questa newsletter è diventata bilingue.
La prima trilogia, Miss you Sarajevo, ci ha accompagnato nella scoperta dei dietro alle quinte di Miss Sarajevo, il capolavoro degli U2 e Luciano Pavarotti.
Nel 1º episodio, l’amico e architetto Enrico Sciannameo ci ha mostrato l’urbanistica della capitale bosniaca. Nel 2º episodio abbiamo avuto l’onore di ascoltare il racconto di Bill Carter, il regista che nel 1993 ha reso possibile la nascita della canzone. Nel 3º episodio, la guida turistica Nenad Novaković ha ricordato il ruolo degli aiuti umanitari durante l’assedio della città.
La seconda trilogia, Inspire like a girl, è stato uno spaccato sulle storie delle donne che stanno facendo rinascere la Bosnia ed Erzegovina.
Nel 1º episodio Džana Bašić e Rialda Spahić hanno raccontato la loro esperienza nel campo tecnologico e informatico. Nel 2º episodio Erna Šoševic ci ha spiegato come un’imprenditrice possa aiutare lo sviluppo di altre aziende. Nel 3º episodio Nina Dumrukcic ha svelato i retroscena dell’organizzazione del Sarajevo Film Festival.
Il primo giorno del 2021 lo abbiamo festeggiato con il fondatore della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia “in persona”, Josip Broz Tito, in Capodanno da Tito. O meglio, attraverso gli archivi storici del Museo della Jugoslavia di Belgrado.
E poi, con l’anno nuovo, è stato davvero L’inizio di tutto (aka. La tappa pilota) del progetto degli articoli-podcast mensili per ripercorrere gli eventi che hanno portato materialmente alla dissoluzione dell’ex-Jugoslavia.
Un progetto che è in corso (e lo sarà ancora a lungo, qualcuno dice per 10 anni esatti…). Perciò ti invito a unirti, se ti va.
La newsletter ha continuato a sfornare argomenti su argomenti, ogni settimana, tra i più disparati.
Toccando tutti i Paesi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Slovenia.
Per non annoiarti, ti lascio qui il link per scoprirli nell’archivio!
E sì, questa era la fine per davvero del primo anno di BarBalcani.
Che dire. Ancora grazie: della pazienza, del tempo, della curiosità, della fiducia.
Come ci siamo detti una volta, “tu porti l’iscrizione, io ci metto tutto il resto: storie, barba e qualche pillola alcolica e non”.
Ecco, possiamo dire di aver mantenuto le promesse reciproche!
Per far crescere questa comunità, puoi invitare chi vuoi a iscriversi alla newsletter:
E ora, riprende il viaggio.
Ci vediamo fra qualche settimana, per l’inizio di un nuovo anno insieme.
Sii pronta, sii pronto. Sarà la tua casella mail ad avvisarti quando si ripartirà…
Un abbraccio e buon cammino!
Tuo,
Federico