S3E22. Tertium datur
Si chiude il terzo anno di BarBalcani. Una stagione che ha cercato di rispettare le promesse di rendere le voci della regione sempre più centrali e di sviluppare nuovi eventi. Ripercorriamola insieme
Ciao,
bentornata o bentornato a BarBalcani, la newsletter (e sito) dai confini sfumati.
Rieccoci. Siamo arrivati a quel punto dell’anno, quello dei titoli di coda, dei bilanci di un’intera stagione passata insieme.
Un’altra stagione di BarBalcani, la terza per essere precisi.
Tre anni di una newsletter che non si stanca mai di scoprire nuove storie e nel suo piccolo - sempre meno piccolo - di fare da cassa di risonanza.
Perché la regione dei Balcani Occidentali ha un potenziale enorme, che va ben oltre gli stereotipi, le semplificazioni e i titoli allarmistici dei giornali quando si riaccende qualche episodio di tensione.
La tappa di oggi conclude la terza stagione di questa newsletter e rinnova la volontà di fare sempre meglio.
Di migliorare costantemente un prodotto che ormai sta assumendo una sua identità. Di mettersi sempre in discussione, di non dare mai nulla per scontato. Di mantenere sempre acceso il fuoco della curiosità.
Te lo devo confessare. Ancora di più questa terza stagione di BarBalcani ha dimostrato che puoi fare la differenza.
Perché un progetto indipendente come questo non può sopravvivere senza il supporto dei suoi lettori e lettrici.
Per realizzare un prodotto sempre più originale - a livello di idee, di contenuti, di interviste e di collaborazioni - è necessario un sacco di lavoro nascosto, da sottrarre al tempo libero.
Per studiare, intervistare, scrivere, organizzare viaggi ed eventi, tradurre newsletter e articoli per un BarBalcani che ormai non può esistere senza la sua versione inglese BarBalkans.
È per questo che ti chiedo di valutare la possibilità di fare una donazione per sostenere le mille facce del progetto BarBalcani, cliccando su questa immagine:
In ogni caso, la newsletter BarBalcani rimarrà gratuita. E questo non cambierà mai, è una questione di principio. Chiunque voglia e ne senta il bisogno, deve avere l’opportunità di informarsi.
L’unica differenza per chi deciderà di sostenere il progetto sarà l’accesso a un contenuto riservato agli abbonati. L’articolo-podcast mensile sulle guerre nell’ex-Jugoslavia, per ripercorrere cosa stava accadendo nei Balcani di 30 anni fa, proprio in quel mese.
Una sorta di macchina del tempo per approfondire un tema che si cita spesso, ma di cui c’è troppa poca conoscenza.
L’anteprima con i punti salienti è aperta a tutti - la trovi su Spreaker, Spotify, Apple Podcast e Google Podcast - il racconto nei dettagli che esce il secondo mercoledì del mese invece rimane per gli abbonati.
Se ti ha incuriosito, prova a buttare un occhio e un orecchio all’ultimo episodio:
Spero di essere riuscito a farti capire quanto tu sia centrale in questo progetto. A prescindere da ciò che deciderai, grazie. Di cuore.
Ricominciamo daccapo
La tappa di oggi è una sorta di riassunto di tutto quello che è successo in questo anno di BarBalcani. Anche per aiutare gli ultimi dei 575 iscritti a rimettersi al passo di questo viaggio insieme.
Se la seconda stagione era quella del consolidamento, la terza è stata inevitabilmente quella della creazione di un’identità più definita.
La base di partenza l’avevamo impostata già alla fine della scorsa stagione:
“Per il terzo anno di BarBalcani la promessa è di rendere queste voci ancora più centrali, con sempre più interviste e storie raccontate nei luoghi dove si stanno svolgendo”.
Le voci sono quelle dei cittadini europei, balcanici e non, che giorno dopo giorno con le proprie iniziative stanno costruendo dal basso un’idea di società, economia e cultura lontana dai soliti stereotipi sulla regione.
Li abbiamo trovati in tutti i settori e dialogare con loro è stata una ventata di novità.
Proprio dall’inizio della nuova stagione, con le parole dei coordinatori dell’EuroPride 2022 a Belgrado, Goran Miletić e Steve Taylor, sulla complessità di organizzare un evento cruciale per i diritti LGBTQ+ in Serbia. O ancora con la croata Maja Sever, la prima donna giornalista a capo della Federazione Europea (EFJ).
Particolarmente preziosi sono stati i dialoghi sul Kosovo. Da quello sulla biennale itinerante di arte contemporanea Manifesta 14 Pristina con l’architetto e creative mediator Carlo Ratti, a quello sul festival di animazione internazionale Anibar con la direttrice Arba Hatashi, fino al confronto con l’eurodeputato Thijs Reuten, relatore del Parlamento Europeo sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo.
A metà cammino, nella 9ª tappa, è stato Donald Niebyl a narrarci La leggenda degli Spomenik fraterni. Monumenti che raccontano della visione utopistica della Federazione di Tito, diffusi in tutti i Paesi dell'ex-Jugoslavia ma che oggi devono riemergere dall’oblio.
Parlando di eredità del passato, ne abbiamo incontrate altre sia positive sia negative. Nella 15ª tappa abbiamo scoperto che a 30 anni dalla fine delle guerre nell’ex-Jugoslavia La minaccia invisibile delle mine causa ancora vittime innocenti.
Invece nella 16ª ci siamo immersi Nel cuore dell’Impero con tre iniziative che hanno riportato alla luce il passato romano dei Balcani: i macedoni Zorica Velkovska e Milan Tanceski hanno raccontato i due sviluppi tecnologici che mettono il visitatore al centro dell’esperienza storica, il serbo Vladan Krečković la ‘Roman Emperors and Danube Wine Route’.
A proposito di vino, nella 17ª tappa ci siamo fermati per ricordare che In vino veritas. In Open Balkan(s). A Vinitaly 2023 ha fatto la sua comparsa il progetto Wine Vision by Open Balkan e lo chef stellato sloveno Tomaz Kavćić ci ha accompagnati attraverso le potenzialità di regioni vinicole che si stanno affermando sulla scena globale.
Il 2023 si è aperto con due filoni di analisi, accompagnati da interviste e storie inaspettate.
Il primo è stato quello su folklore e spiritualità. Nell’11ª tappa ci siamo fatti accompagnare da I licantropi balcanici di Mercoledì Addams, mentre nella 12ª siamo andati alla ricerca de L’incantesimo pagano della vita e della morte dei valacchi della Serbia orientale, con il supporto di Marija Stevuljevic.
Il secondo è stato quello sulla musica. Se nella 14ª tappa ci siamo fatti guidare da Alen Đokić, in arte Doppelgänger, attraverso La Balkan wave del rap italiano, quella precedente è stata l’occasione per farsi una domanda quasi esistenziale: Cos’è questa fissazione per la musica balcanica? Abbiamo chiesto anche a Gabriele Roccato, cantante e fondatore della Babbutzi Orkestar, di provare a dare una risposta.
E visto che i “perché” sono il nostro il nostro pane quotidiano, nella 19ª tappa abbiamo anche provato a rispondere a un’altra domanda cruciale: Perché i Balcani si chiamano Balcani? E la sociologa Chiara Milan ci ha spiegato molte cose che dovremo tenere a mente.
Un altro tema caro a BarBalcani è quello della politica di allargamento dell’Unione Europea ai Balcani Occidentali. Anche quest’anno - grazie al supporto dei sottoscrittori e di Eunews (la redazione per cui lavoro a tempo pieno) - è stato possibile partecipare al vertice UE-Balcani Occidentali a Tirana (Albania) il 6 dicembre 2022.
Poche settimane prima, nella 6ª tappa, abbiamo analizzato il viaggio la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nelle capitali balcaniche: lo abbiamo ribattezzato Una crisi o forse mai più. E nella 4ª non ci siamo fatti mancare L’alba di una nuova Europa: la prima riunione della Comunità Politica Europea e il suo impatto sui Balcani.
Ma non potevamo non dedicarci con attenzione anche a uno dei temi più importanti sin dalla nascita di questa newsletter e in generale per l’Europa intera: la migrazione e la rotta balcanica.
Lo abbiamo continuato a fare con un’analisi dei muri costruiti, in costruzione o smantellati - nella 5ª tappa, Quanto costa abbattere un muro - ma soprattutto con altri due appuntamenti di grande rilievo in questa terza stagione.
Un’intervista ad Andrea Segre, regista del film Trieste è bella di notte, che denuncia la pratica illegale delle “riammissioni informali” di persone migranti al confine tra Italia e Slovenia.
E il secondo evento di BarBalcani, “Poveri noi. Racconti da Bihać e dalla rotta balcanica” a Piolalibri, con Marta Gionco di Apriamo i Porti, Lorenzo ‘ULULA’ Garofalo e Nicola Veronesi. Un appuntamento che ha portato tante persone a Bruxelles per approfondire politiche, iniziative dal basso e storie delle persone che cercano di arrivare nell’Unione Europea lungo la rotta balcanica.
Il dolce, come è logico che sia, l’ho lasciato alla fine. Nel filone sulla musica i più attenti avranno notato che mancava una tappa cruciale per la terza stagione di BarBalcani.
L’Edizione straordinaria - Dubioza kolektiv. Straordinaria non solo perché si è tratto di un’intervista esclusiva al celebre gruppo bosniaco, ma soprattutto perché l’hanno ideata e realizzata due amici e collaboratori di questa newsletter: Chiara Catelli e Walter Fiorini.
E questo ci porta alla promessa per il quarto anno di BarBalcani.
Mentre gli eventi culturali e le voci dai Balcani Occidentali rimarranno sempre centrali - con interviste e storie raccontate nei luoghi dove si stanno svolgendo - l’obiettivo della prossima stagione è quello di aprire questa newsletter a contributi esterni originali su tutto ciò che ruota attorno alla regione balcanica. Politica, cultura, società, sport, arte, cinema, cucina, spiritualità…
Maggiori dettagli arriveranno prima dell’inizio della nuova stagione.
Non ti resta che rimanere qui e scoprire cosa ne uscirà!
Finiamo qui per oggi, con un grazie. Della pazienza, del tempo, della curiosità, della fiducia.
E ora, riprende il viaggio. Ci vediamo fra qualche settimana, per l’inizio di un nuovo anno insieme.
Se nel frattempo dovesse prevalere la nostalgia, non temere. C’è già un appuntamento lungo il nostro percorso, dove potremo trovarci per iniziare subito a rispettare la promessa di organizzare nuovi eventi culturali.
Come lo scorso anno per il primo evento di BarBalcani - L’Europa mai più senza i Balcani - L’eredità di Alexander Langer e David Sassoli - anche quest’estate la vineria-libreria italiana PiolaLibri ci apre le sue porte per un nuovo appuntamento culturale.
Il 6 luglio l’evento “Il Kosovo nel nuovo millennio - Giustizia, rinascita e tensioni” sarà un’occasione per scoprire perché negli ultimi tempi si sta sentendo sempre più parlare di Kosovo e Serbia.
Lo faremo con Benedetta Arrighini, autrice di Kosovo tra guerra e crimini. Più informazioni saranno pubblicate presto sui social di BarBalcani.
Intanto, per far crescere questa comunità, puoi invitare chi vuoi a iscriversi alla newsletter:
Questa ultima tappa della stagione è dedicata alla memoria di Franco che, instancabilmente, ha sempre voluto che gli fosse consegnata una copia cartacea degli articoli di BarBalcani. Perché la conoscenza deve essere per tutti, a prescindere dai mezzi a disposizione.
Ovunque tu sia, continua ad aiutarci a essere caparbi, tenaci e testardi nell’inseguire ciò che ci rende felici.
Questo è davvero tutto. Un abbraccio e buon cammino!
Tuo,
Federico