S4E18. Il riposo è resistenza
Con il progetto 'Odmor je otpor' il team serbo di arte e design Manonija riflette sul valore del tempo libero e sulla produttività tossica del sistema capitalistico. E propone una nuova festività
Caro lettore, cara lettrice,
bentornata o bentornato a BarBalcani, la newsletter dai confini sfumati.
È ora di riposarsi. Come forma di resistenza.
A un sistema basato sulla precarietà del lavoro, sullo sfruttamento delle persone e del loro tempo, sull’ingiustizia intrinseca di un modello capitalistico il cui unico culto è la produttività forzata.
A una società che impone dei ritmi insostenibili e biasima chi decide di ritagliarsi uno spazio per curare il proprio benessere psico-fisico e non lavorare per un po’.
È una questione di tempo. Tempo libero, “tempo da perdere”, tempo votato a un lavoro imposto o auto-imposto per un senso di inadeguatezza. Ma è anche una questione di vacanza e di come interpretiamo questo concetto: troppo spesso o come una boccata d’aria che dura troppo poco o come una routine che rischia di provocare ulteriore stress.
A cercare di fare ordine su un tema che si sta affacciando con sempre maggiore urgenza - soprattutto tra le generazioni più giovani - è l’artista e designer Miloš Miletić, co-fondatore del team di arte e design Manonija e co-ideatore del progetto Odmor je otpor.
Che in serbo significa proprio “il riposo è resistenza”.
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Libertà, lavoro e tempo libero
«Inizialmente Manonija era un’attività portata avanti da me e Mirjana Radovanović attraverso il nostro gruppo artistico KURS», spiega così Miletić a BarBalcani le origini del progetto fondato nel 2018.
A un certo punto però il finanziamento basato su progetti «non era più sostenibile e molto limitante» e così i due co-fondatori hanno avvertito la necessità di trasferire i temi ricorrenti delle proprie opere artistiche - «condizioni di lavoro, antifascismo, eredità del movimento partigiano» - in una forma «più libera e accessibile».
In altre parole, «offrire questi temi al grande pubblico come prodotti utilizzabili», dai quaderni alle magliette, dalle calze alle spille fino a poster e felpe.
«Manonija ci ha dato maggiore libertà di prendere decisioni che non dovevamo giustificare», è quanto mette in chiaro l’artista e designer serbo. Ma soprattutto «ciò che identifica il nostro marchio è il fatto che ci posizioniamo chiaramente sul piano politico e spesso reagiamo agli eventi sociali». Anche se questo potrebbe avere un impatto negativo sull’attività, «ne siamo consapevoli».
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Uno dei temi più sensibili è quello che riguarda le condizioni di lavoro, che «è sempre stato un argomento importante nella nostra produzione artistica» e inevitabilmente «ha fatto parte di Manonija fin dall’inizio».
La maggior parte delle persone percepisce il lavoro come un’attività ineluttabile, se non addirittura angosciosa, e trova impossibile che si possa lavorare con piacere.
Ma non solo. «Considero interessante e importante la questione dell’organizzazione del tempo anche sul piano personale», evidenzia Miletić, facendo riferimento al suo lavoro autonomo e da casa: «È piuttosto difficile organizzare il tempo e fare una distinzione tra tempo libero e lavoro».
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Ecco perché la riflessione sugli orari di lavoro e sul riposo «è nata da un bisogno personale di liberarmi dalla sensazione di “perdere tempo” e dalla pressione che qualcosa sia “urgente”». Due spinte negative che «fanno sì che mi rimproveri di non essermi “impegnato di più”».
La questione «è molto più ampia di me» e ben presto Miletić e Radovanović si sono resi conto che «è necessario parlarne pubblicamente, perché molte persone si trovano nella stessa trappola di inseguire la produttività e trascurare l’ambiente circostante».
Odmor je otpor
È nato da questa esperienza e da queste riflessioni il progetto Odmor je otpor, “il riposo è resistenza”.
«Oggi la maggior parte dei lavoratori si trova in una posizione insicura e precaria» e diversi fattori hanno portato a rendere più labili i confini tra lavoro e resto della vita: «La paura di perdere il posto, la flessibilizzazione dell’orario e dello spazio di lavoro, lo sviluppo di tecnologie che ci permettono di essere sempre disponibili online».
Miletić punta il dito contro il fatto che «nella società tardo-capitalista e nell’economia dell’attenzione sono pochi i momenti in cui siamo liberi dal lavoro o dal pensare al lavoro, e la strada verso il burnout è più facile che mai».
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Basti pensare al modo di dire “meritato riposo” e come fin da piccoli ci venga inculcata l’idea che solo con il duro lavoro si possano guadagnare momenti di felicità. Che si lavora per “meritarsi” qualcosa, e non perché veramente si ama ciò che si sta facendo, che si tratti di medicina, di bricolage, di giornalismo o di cucina.
Tutte attività e lavori che sono necessari per il progresso sociale, ma per cui è necessario un cambiamento della percezione del lavoro e dell’atteggiamento nei confronti del riposo. Cioè che le vacanze non siano solo la ricompensa di un certo numero di ore di duro lavoro.
Di qui nasce la necessità di parlare di più sia del «problema della glorificazione del lavoro» sia «dell’importanza del riposo». Anche attraverso un’attività come Manonija.
Lo slogan Odmor je otpor è stato coniato non solo per la necessità di «comunicare in un buon modo con il pubblico», ma soprattutto perché è in grado di «aprire uno spazio per discutere di produttività tossica, di burnout, della mancanza di tempo libero» e degli altri problemi dei lavoratori di oggi.
«È uno slogan anti-capitalista contemporaneo nella lotta per i diritti dei lavoratori», rivendica Miletić, riferendosi alla “resistenza” non al lavoro ma all’ingiustizia quotidiana insita nel capitalismo, che ha un impatto sulla salute mentale e fisica delle persone.
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«La lotta dei lavoratori dovrebbe spostarsi verso la rivendicazione di più tempo libero e la liberazione definitiva dal vendere le proprie competenze per assicurarsi le condizioni base di vita». Perché il lavoro dovrebbe essere semplicemente un modo per realizzare se stessi nelle competenze che più si amano, senza che qualcuno lo regoli e lo premi.
In questo contesto «il riposo e il tempo libero sono modi importanti per lottare contro il capitalismo e la produttività». Vale a dire che «quando “stacchiamo” e non siamo produttivi dal punto di vista del capitalismo, possiamo aprire uno spazio per capire cosa è veramente importante e notare meglio ciò che ci circonda».
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La Giornata del riposo
Da Odmor je otpor è partita un’altra iniziativa, Dan odmora, la “Giornata del riposo”.
«È una festività che celebriamo ogni anno il secondo lunedì di agosto», spiega Miletić il senso di questa festa: «Così come esiste la Giornata internazionale dei lavoratori il 1° maggio, che è fondante per le lotte dei lavoratori, ci dovrebbe essere anche un giorno che celebra il riposo come segmento importante nella vita delle persone».
Perché «senza riposo non c’è lavoro». E soprattutto riposo e tempo libero «non devono essere dati per scontati», considerato il fatto che «oggi se ne parla sempre più spesso, ma è ancora un privilegio degli strati ricchi e istruiti della società».
Proclamata nel 2021 per la prima volta, la Giornata del riposo mira a diventare sempre più internazionale per raggiungere quante più persone che condividono la stessa urgenza.
Fino al giorno in cui il secondo lunedì di agosto sarà riconosciuto come giorno festivo ufficiale e non lavorativo dalle Nazioni Unite e da tutti i governi. E si celebrerà in tutto il mondo, come da diritto, riposando.
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È però «difficile dire se c’è un obiettivo chiaro», confessa il co-ideatore della Giornata del riposo, perché molto dipende dalla sensibilità di ciascuno di noi.
«Per me si tratta di liberare il lavoro dal capitalismo, o di costruire una società in cui non dobbiamo lavorare per assicurarci il sostentamento di base», rendendolo infine «un processo creativo per realizzarci attraverso le attività che amiamo». Per altri invece l’obiettivo «può essere solo quello di avere più tempo libero, che è altrettanto importante».
Ma in ogni caso «chiunque parli nel proprio ambiente di stanchezza, di bisogno di una pausa, di vacanze, di necessità di avere più tempo per se stessi, fa già parte della resistenza», è l’invito appassionato del co-fondatore di Manonija e del progetto Odmor je otpor.
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Fine tappa. Sul bancone di BarBalcani
Siamo arrivati alla fine di questo tratto del nostro viaggio.
Nel pieno della resistenza fatta di riposo e cura del proprio benessere psico-fisico, il bancone di BarBalcani accoglie il co-ideatore del progetto Odmor je otpor.
«Io opterei per le tisane di erbe che si possono trovare sulle montagne dei Balcani», è il consiglio di Miletić per continuare il nostro cammino con più calma e serenità, in attesa di celebrare insieme la Giornata del riposo.
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Riprende il viaggio di BarBalcani. Ci rivediamo fra due settimane, per la diciannovesima tappa di questa stagione.
Un abbraccio e buon cammino!
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