S4E11. Due ruote, otto Paesi. Una strada unica
Il 2024 è l'anno del lancio di uno dei progetti di turismo lento più ambiziosi al mondo. Tutti i Balcani Occidentali collegati da una via ciclabile di 4500 chilometri: la Trans Dinarica Cycle Route
Ciao,
bentornata o bentornato a BarBalcani, la newsletter dai confini sfumati.
Un nuovo inizio parte con un respiro profondo, una borraccia d’acqua e una strada che si schiude davanti a sé.
E magari anche una bicicletta, per affrontare un viaggio del tutto inedito, che promette di diventare uno dei progetti di turismo lento più ambiziosi di sempre a livello globale.
Il 2024 è l’anno dell’inaugurazione della Trans Dinarica Cycle Route, l’itinerario ciclabile che - seguendo la catena montuosa delle Alpi Dinariche che attraversa la regione da nord a sud - collega tutti i Paesi dei Balcani Occidentali.
Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Kosovo, Macedonia del Nord, Albania, Montenegro. Migliaia di chilometri da poter percorrere su un itinerario tracciato da professionisti, tra meraviglie naturalistiche e l’ospitalità della gente del luogo.
Gonfia le ruote, indossa il caschetto e inforca la bicicletta. È ora di partire per la migliore destinazione di viaggio di questo nuovo anno!
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Un progetto sostenibile
«L’idea della Trans Dinarica Cycle Route è nata circa sei anni fa, ma il lavoro vero e proprio è iniziato tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023», racconta a BarBalcani Jan Klavora, co-fondatore di GoodTrail, team di esperti dello sviluppo di progetti di turismo responsabile.
Ogni idea ha bisogno di un sostegno. E l’intuizione del team sloveno di creare la prima via ciclabile che collega tutti i Paesi dei Balcani Occidentali è stata supportata dal progetto Edge (Economic Development, Governance and Enterprise Growth) dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid). «Senza, la creazione del percorso non sarebbe potuta iniziare», spiega ancora Klavora.
Nel disegnare un itinerario ciclistico «il più fattibile possibile per i ciclisti di livello intermedio-esperto», i professionisti di GoodTrail hanno fatto del loro meglio per includere «il maggior numero di punti d’interesse importanti» in tutti gli otto Paesi.
Ne è scaturito così un percorso di «circa 4.500 chilometri in 90 tappe/giorni», il cui vero punto forte è il fatto di «collegare piccole e grandi comunità che, combinate insieme, mettono in mostra la splendida cultura della regione».
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Il vantaggio è duplice, per i ciclisti e per chi vive nella regione. I primi hanno la possibilità di «interagire davvero e da vicino» con i luoghi visitati, promuovendo un tipo di turismo sostenibile. Questo assicura alle comunità rurali - altrimenti trascurate - di trarre vantaggio dall’essere coinvolti nell’itinerario ciclistico.
La maggiore sfida per chi percorre la Trans Dinarica Cycle Route riguarda il fatto che «il viaggio richiede sforzo per affrontare diverse salite». Ci saranno strade asfaltate e sterrate, tratti tortuosi e altri panoramici. Ma nelle 90 tappe si potranno scoprire tutte le sfumature delle diverse culture e le specialità della gastronomia locale.
Per il lancio della Trans Dinarica Cycle Route è ormai tutto pronto. L’inaugurazione è attesa per «fine estate 2024», assicura Klavora, quando saranno disponibili i dati di navigazione dettagliati. La fase beta dell’itinerario permetterà ai ciclisti di fornire feedback al team di GoodTrail, che saranno utilizzati per perfezionare il percorso.
È così che si potrà ultimare un progetto sostenibile e provvisto di tutti i servizi necessari, dai dati Gps sull’itinerario alle informazioni su alloggi e ristorazione, ma anche segnali per permettere i ciclisti di orientarsi senza il supporto dello smartphone.
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La via delle montagne
Inserita da Lonely Planet nella lista delle migliori destinazioni turistiche in cui viaggiare nel 2024, la Trans Dinarica Cycle Route «collegherà centinaia di luoghi», sottolinea il responsabile dello sviluppo del progetto: «Villaggi, paesi, città, parchi nazionali, riserve naturali, siti Unesco e comunità dei Balcani Occidentali».
La sfida principale è stata quella di «creare un percorso che comprendesse sia luoghi remoti e spesso trascurati, sia di assicurarsi che ci fossero infrastrutture sufficienti per supportare questo itinerario».
Il risultato potrà essere testato presto. Ma per il momento può essere interessante iniziare questo viaggio almeno con la mente.
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Si parte in Slovenia, nella regione occidentale di Posočje (al confine con l’Italia) tra le Alpi Giulie. Si scende verso sud, seguendo il corso del fiume Isonzo e pedalando tra i vigneti della regione vinicola di Goriška Brda. Passate la riserva della biosfera del Carso e le grotte di Škocjan (il “Grand Canyon” sloveno), si arriva in Croazia.
Ai piedi delle Alpi Dinariche, il percorso conduce alla città di Fiume, la porta d’accesso alle isole croate, e continua verso il Parco Nazionale di Paklenica. Dopo aver superato la città di Spalato - dove merita una sosta il Palazzo di Diocleziano del 305 d.C - si prosegue verso est, in direzione del confine bosniaco.
Fatto ingresso in Bosnia ed Erzegovina, la strada porta a Mostar e alla meraviglia dell’architettura ottomana dello Stari Most (il Ponte Vecchio). All’altezza del monte Bjelašnica la strada si biforca, iniziando un anello che si chiuderà nuovamente qui. Prendiamo verso nord, fino alla capitale Sarajevo, immersa tra le montagne della valle del fiume Miljacka.
Dopo aver attraversato la Bosnia orientale, si arriva a toccare le sponde del fiume Drina e si fa ingresso in Serbia. Il Parco Nazionale di Tara e le sue foreste di conifere accompagnano il viaggio verso sud, fino alla tappa obbligata a Novi Pazar, con i suoi minareti, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e il monastero di Sopoćani (nella lista dei patrimoni Unesco).
La strada porta verso il confine con il Kosovo (solo amministrativo per Belgrado, che non riconosce l’indipendenza di Pristina). Lungo le regioni occidentali del Paese si passa dal Parco Nazionale di Valbona e dalla città di Gjakova. Dopo una sosta a Prizren, la “città dei gigli” con i suoi edifici in stile ottomano e bizantino nel centro storico, si riparte percorrendo la catena delle Alpi Dinamiche e i Monti Šar.
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Entrati in Macedonia del Nord, le tappe toccano villaggi di montagna remoti dalla grande varietà culinaria e il Parco Nazionale di Mavrovo, dove vivono le ultime popolazioni autoctone di lince balcanica. Si arriva fino al punto più meridionale della Trans Dinarica Cycle Route e dai monti del Parco Nazionale di Galičica si ha una vista mozzafiato del lago di Ohrid, uno dei laghi più antichi e profondi in Europa.
Invertita la rotta, si costeggia tutto il lago fino a fare ingresso in Albania. La bussola indica a nord, verso il più grande lago dei Balcani: il lago di Scutari, circondato da montagne carsiche e zone costiere rocciose, con una straordinaria varietà di flora e fauna. Il percorso tortuoso si conclude al confine con il Montenegro.
Seguendo la catena montuosa verso nord, le meraviglie si susseguono dal Canyon del fiume Tara (la gola più profonda d’Europa) alle foreste del massiccio del Durmitor e al lago Trnovačko al confine bosniaco.
La strada vira a nord-ovest, facendo tappa al Parco Nazionale di Sutjeska e al suo impressionante spomenik, prima di ricollegarsi al bivio presso Bjelašnica, l’inizio dell’anello. Di nuovo verso Mostar e la Croazia, si completa l’ultimo tratto della Trans Dinarica Cycle Route, fino al punto di partenza in Slovenia occidentale.
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«La regione è pronta ad accogliere i ciclisti e tutti i luoghi in cui fa tappa il percorso dispongono delle infrastrutture necessarie per i viaggiatori all’avventura», assicura infine a BarBalcani il responsabile dello sviluppo del progetto Klavora.
Fine tappa. Sul bancone di BarBalcani
Siamo arrivati alla fine di questo tratto del nostro viaggio.
Seguendo il percorso della Trans Dinarica Cycle Route, oggi il bancone di BarBalcani fa tappa in uno dei migliori locali dove ristorarci dopo un’intensa tappa sulle due ruote.
Il consiglio del co-fondatore di GoodTrail è Žara iz duvara, un ristorante nel centro di Sarajevo che «serve piatti tradizionali preparati con ingredienti naturali».
E soprattutto - mentre le biciclette sono appoggiate ai cavalletti e la fatica lascia spazio alla convivialità - dove si può degustare «un’ottima rakija fatta in casa», confessa Klavora.
Riprende il viaggio di BarBalcani. Ci rivediamo fra due settimane, per la dodicesima tappa di questa stagione.
Un abbraccio e buon cammino!
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