S4E21. Un voto può cambiare tutto
Il 6-9 giugno i cittadini dell'Unione Europea eleggeranno gli eurodeputati responsabili del futuro allargamento Ue, per permettere anche ai Paesi balcanici di partecipare alle prossime elezioni 2029
Caro lettore, cara lettrice,
bentornata o bentornato a BarBalcani, la newsletter dai confini sfumati.
Ci siamo, è arrivato il momento. Il momento di maggiore espressione democratica, quello in cui la voce di ogni cittadino e cittadina si può far sentire.
E va bene, sarà come un filo d’erba in un campo da calcio (a proposito, non perderti l’ultima intervista di BarBalcani su calcio e tifo balcanico). Ma, se ci pensi, se ogni filo d’erba scomparisse, che campo sarebbe? E se ogni cittadino pensasse che il suo voto in fondo non conta granché, che ne sarebbe della democrazia?
Tra il 6 e il 9 giugno tutti gli elettori dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea saranno chiamati al voto per eleggere i nuovi membri del Parlamento Europeo, l’unica istituzione Ue che è manifestazione diretta della volontà popolare comune.
È nostro diritto e dovere - noi che viviamo dentro a questa Unione - esprimere la nostra idea di Unione Europea, scegliendo i candidati e le candidate che più incarnano i nostri principi, i nostri valori, le nostre aspirazioni, perché possano contribuire a plasmare un futuro migliore per tutti e tutte.
Anche perché, non dimentichiamocelo, fuori dai confini dell’Ue ci sono milioni di persone che vorrebbero entrare - proprio in questa Unione - e partecipare all’esercizio democratico transnazionale che a noi, diciamocelo pure, è stato consegnato senza grossi meriti.
Dai sei Paesi dei Balcani Occidentali all’Ucraina, dalla Georgia alla Moldova, fino alla controversa Turchia. Le prossime generazioni potrebbero conoscere un’Unione Europea molto diversa da quella in cui oggi viviamo. Più grande, più inclusiva, più rappresentativa di tutto il continente europeo.
Si chiama ‘allargamento dell’Unione Europea’, altri la considerano ‘riunificazione dell’Europa’.
In ogni caso, dobbiamo conoscere i programmi dei partiti politici europei (a cui aderiscono i singoli partiti nazionali) su questo tema per capire su quale strada vogliamo impostare questo futuro comune. E fare sì che quelle del 2024 siano le ultime elezioni europee a 27 Paesi membri.
Perché solo noi, spingendo con il voto le istituzioni che ci rappresentano, possiamo renderlo possibile.
Siamo 450 milioni di cittadini e cittadine, 360 milioni di elettori ed elettrici. La nostra voce conta. E deve contare il prima possibile anche quella dei 150 milioni di cittadine e cittadini (balcanici e non) che stanno ancora aspettando di entrare in questa Unione.
Questa tappa di BarBalcani si imposta su una prolifica collaborazione con la redazione di Eunews. Se vuoi approfondire ulteriormente i temi trattati di seguito, puoi consultare questo articolo e tutta la sezione dedicata alle elezioni europee 2024.
Un punto prima di cominciare (su cosa si vota)
Per la decima volta dal 1979 - tra il 6 e il 9 giugno 2024 (in Italia l’8 e il 9) - si voterà per il rinnovo della composizione del Parlamento Europeo.
Il Parlamento Europeo è l’assemblea transnazionale di tutti i Paesi membri Ue a elezione diretta. Insieme ai 27 governi ha diversi compiti: negozia e approva le leggi che regolamentano la vita dei cittadini, controlla il bilancio comune, elegge il presidente della Commissione Europea (l’esecutivo dell’Unione).
Quest’anno saranno eletti 720 eurodeputati, in numero variabile da Paese a Paese (l’Italia 76).
Anche se in ogni Stato si confrontano i candidati dei partiti nazionali, una volta eletti gli eurodeputati scelgono a quale gruppo politico transnazionale aderire.
Perché la maggior parte dei partiti nazionali è affiliata a partiti politici europei. Per esempio in Italia:
Partito Democratico: Partito del Socialismo Europeo (Pes)
Forza Italia, Alternativa Popolare, Südtiroler Volkspartei: Partito Popolare Europeo (Ppe)
+Europa, Azione: Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa (Alde) / Italia Viva: Partito Democratico Europeo (Pde). Aderiscono all’alleanza Renew Europe Now
Europa Verde - Verdi, Verdi del Sudtirolo/Alto Adige: Partito Verde Europeo (Pve)
Sinistra Italiana (osservatore): Partito della Sinistra Europea (Se)
Fratelli d’Italia: Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr)
Lega: Partito Identità e Democrazia (Id)
Movimento 5 Stelle: non aderisce a nessun partito europeo
È per questa ragione che le elezioni europee non servono tanto a misurare i rapporti di forza dei partiti nazionali, ma principalmente hanno lo scopo di definire la consistenza dei gruppi politici al Parlamento Europeo e le possibili alleanze per formare una maggioranza.
A questo link trovi tutte le informazioni utili sulle elezioni europee 2024, mentre a quest’altro link potrai consultare in diretta i risultati del voto (complessivo Ue o per singolo Paese membro).
Magari un altro veloce (sull’adesione Ue)
Visto che oggi ne parliamo nello specifico, facciamo un ripasso velocissimo sullo stato di avanzamento dei sei Paesi dei Balcani Occidentali (e degli altri quattro candidati) nel percorso verso l’adesione all’Unione Europea.
Il Montenegro ha fatto domanda di adesione nel 2008 e ha avviato i negoziati nel 2012. È oggi il più avanzato tra tutti i partner sulla strada dell’ingresso nell’Unione.
La Bosnia ed Erzegovina ha fatto domanda di adesione nel 2016 e ha ricevuto lo status di candidato nel 2022. Nel marzo 2024 è arrivato l’endorsement del Consiglio Europeo all’avvio dei negoziati, e ora si attende il via libera formale dei 27 governi.
La Macedonia del Nord ha fatto domanda di adesione nel 2004 e ha avviato i negoziati nel 2022, insieme all’Albania, che a sua volta aveva fatto domanda nel 2009. I due Paesi sono legati dallo stesso dossier sull’adesione Ue.
La Serbia ha fatto domanda di adesione nel 2009 e ha avviato i negoziati nel 2014. Ma sconta il fatto di non essere allineata alla politica estera dell’Ue sulle sanzioni contro la Russia e di non trovare un accordo diplomatico con il Kosovo.
Il Kosovo è l’unico Paese a non avere nemmeno lo status di candidato. Dopo la richiesta del dicembre 2022, la questione è ferma in Consiglio, dove 5 Paesi non ne riconoscono la sovranità: Cipro, Grecia, Romania, Spagna e Slovacchia.
Ucraina, Moldova e Georgia hanno fatto domanda di adesione nel 2022 - nell’arco di dieci giorni dall’invasione russa dell’Ucraina - e hanno ricevuto tutte e tre lo status di candidato (le prime due nel 2022, la terza nel 2023). Ucraina e Moldova hanno anche ricevuto nel 2023 l’endorsement del Consiglio Europeo all’avvio dei negoziati, e ora si attende il via libera formale dei 27 governi.
La Turchia ha fatto domanda di adesione nel 1987 e ricevuto lo status di candidato nel 1999. Ma i negoziati, iniziati nel 2005, sono congelati dal 2018 a causa delle politiche illiberali e antidemocratiche del presidente Recep Tayyip Erdoğan.
Ora parliamo davvero di programmi elettorali
Quelle riportate di seguito sono le posizioni sull’allargamento dell’Unione Europea e sulla riforma dei Trattati fondanti dell’Unione secondo i Manifesti elettorali dei partiti europei, quelli a cui aderiscono i singoli partiti nazionali.
Per aiutarci a capire meglio chi ci rappresenta di più. E per sapere sulla base di quali idee gli eurodeputati eletti andranno a lavorare nella prossima legislatura.
Non troverai la posizione del Partito Identità e Democrazia, perché ha lasciato libertà totale di scelta ai partiti aderenti, non adottando un programma comune.
Partito Popolare Europeo
“Ogni Paese candidato deve essere pronto per l’adesione, nel frattempo dovremmo adottare misure intermedie e una più stretta cooperazione”. È questo il cuore della posizione dei popolari europei nel loro Manifesto.
Spicca il riferimento al “rispetto delle relazioni di buon vicinato con tutti gli Stati membri dell’Ue”, per l’attenzione alle istanze dei partiti nazionali che aderiscono al Ppe (come i greci di Nuova Democrazia con Albania e Macedonia del Nord e dei bulgari di Gerb sempre con la Macedonia del Nord).
Per il momento esclusa “la possibilità di un’adesione” della Turchia all’Ue, ma non un “miglioramento dell’unione doganale esistente e la facilitazione dei visti”.
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Partito del Socialismo Europeo
Il Manifesto dei socialisti europei vede “con favore” l’avvio dei negoziati di adesione con Ucraina, Moldova e Bosnia ed Erzegovina e sostiene “le aspirazioni europee della Georgia”. Nessuno sconto per la Turchia “in assenza di un drastico cambiamento di rotta”.
Una politica di allargamento “efficace” significa anche portare avanti “una seria valutazione delle riforme dell’architettura dell’Ue”. Per questo sarà utilizzata la prossima legislatura “per rafforzare la capacità dell’Ue di agire in un’Unione allargata, con modifiche mirate del Trattato”, compresi nuovi strumenti per Parlamento e Commissione Ue.
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Renew Europe Now
“Senza riforme profonde, l’allargamento rischia di trasformarsi in un fallimento per tutti”, avvertono i liberali europei nelle loro 10 priorità: “È tempo di riaprire i Trattati”.
Si punta alla trasformazione della Commissione Europea “in un vero e proprio governo democratico”, il rafforzamento del ruolo del Parlamento Europeo e soprattutto “vogliamo eliminare i veti” che tengono in ostaggio le decisioni comuni.
Per i liberali europei l’Ucraina “deve aderire e aderirà”, e tutti i Paesi che soddisfano i criteri di Copenaghen - Balcani Occidentali inclusi - “dovrebbero aderire all’area di libera circolazione di Schengen senza ulteriori ritardi”.
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Partito Verde Europeo
Il Manifesto dei Verdi europei ricorda il desiderio di “molte persone nel vicinato europeo di diventare cittadini” di un progetto politico che è “una promessa di pace, giustizia, valori condivisi e prosperità”.
In questa logica “tutti i Paesi europei che aspirano a far parte o a rientrare nell’Ue” – un’apertura al Regno Unito – “e che condividono i nostri valori devono essere accolti”. Non viene citata la Turchia, ma viene invece posto l’accento sul “sostegno agli sforzi del Kosovo per diventare un candidato all’adesione”.
L’allargamento Ue renderà “meno importanti le frontiere”, offrirà “la migliore prospettiva per una pace e una sicurezza durature in Europa” e servirà come “spinta vitale per le riforme interne”. L’obiettivo è “riformare i Trattati e procedere verso un’Europa federale”, a partire dal superamento dell’unanimità in Consiglio.
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Partito dei Conservatori e Riformisti Europei
“È fondamentale che l’Ue non sfrutti questa opportunità per espandere i propri poteri”, mette in chiaro il Manifesto dei conservatori europei su allargamento e riforma dei Trattati: “Rifiuteremo categoricamente qualsiasi approfondimento automatico dell’integrazione politica dell’Ue come risultato diretto”.
Vago tutto il resto del capitolo, in cui trova spazio solo un “prendere in considerazione un ulteriore allargamento Ue a Paesi strategicamente importanti”, sulla base del merito e sul rispetto dei criteri di Copenaghen.
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Partito della Sinistra Europea
Il Manifesto della Sinistra europea spinge sulla necessità di rifondare l’Unione su “principi anti-fascisti e anti-nazisti”, mettendo al centro i “criteri chiari che non devono essere indeboliti” nell’apertura a nuovi membri: “Diritti umani, Stato di diritto e diritti sociali e politici delle loro popolazioni, comprese le minoranze”.
Respinta la visione della politica di allargamento come “strumento per approfondire le fratture all’interno dell’Europa e aumentare le tensioni militari”, o per “assegnare ai Paesi aderenti il ruolo di fornitori di materie prime, prodotti agricoli e manodopera a basso costo, come sta già facendo”. Al contrario bisogna puntare sul “rafforzamento della coesione sociale nei Paesi candidati e negli Stati membri”.
Fine tappa. Sul bancone di BarBalcani
Siamo arrivati alla fine di questo tratto del nostro viaggio.
Sul bancone di BarBalcani oggi c’è solo un consiglio: usa il tuo voto, non lasciare che gli altri decidano per te. E fai sì che anche i cittadini e le cittadine ancora in attesa di entrare nell’Unione possano partecipare alle prossime elezioni europee nel 2029!
Il potere nelle tue mani - con quella matita al seggio elettorale - è enorme. Non sprecarlo.
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Riprende il viaggio di BarBalcani. Ci rivediamo fra due settimane, per la ventiduesima e ultima tappa di questa stagione.
Un abbraccio, buon cammino… e buon voto!
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