S2E7. Salviamoli
Dei 7 siti del patrimonio culturale europeo a rischio di conservazione, 3 si trovano nei Balcani Occidentali. Il programma di Europa Nostra accende una luce sulla necessità di ricordarli e tutelarli
Ciao,
bentornata o bentornato a BarBalcani, la newsletter dai confini sfumati.
Sono sette e sono in pericolo.
Dall’Italia alla Macedonia del Nord, dalla Spagna al Kosovo, sette siti del patrimonio culturale europeo sono a rischio di conservazione e devono essere messi in sicurezza.
In attesa del rapporto 2022, è bene fare un punto su quanto riportato dal programma 7 Most Endagered, promosso da Europa Nostra e gestito in collaborazione con la Banca Europea per gli investimenti (BEI).
I Balcani Occidentali hanno egemonizzato la lista di quest’anno, con 3 siti su 7 sotto la lente d’ingrandimento e beneficiari di una sovvenzione simbolica di 10 mila euro ciascuno.
«Perderli non significa solo rimanere privi di tradizioni, edifici e arte, ma anche del legame della comunità europea», ha riassunto con efficacia la commissaria europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel.
Ecco perché dobbiamo ricordarli, visitarli e salvarli.
Noi cominciamo da qui, dalla triade balcanica.
Cimitero di Mirogoj (Zagabria)
Progettato dall’architetto tedesco Herman Bollé e costruito tra il 1876 e il 1929, il complesso cimiteriale multiconfessionale di Mirogoj, nella capitale della Croazia, è un esempio di architettura neoclassica.
Il complesso è composto da uno spazio aperto centrale, circondato da portici. Una delle sue caratteristiche è il rapporto armonioso tra i padiglioni, le cupole e i portici.
Artisti, scrittori, musicisti, scienziati, sportivi e politici sono stati sepolti a Mirogoj, fattore che contribuisce al significato culturale di quello che è diventato un vero e proprio Pantheon nazionale.
Nel marzo e nel dicembre del 2020 Zagabria è stata colpita da due gravi terremoti (ne abbiamo parlato in una delle tappe della scorsa stagione), che hanno causato seri danni strutturali al sito.
Portici, padiglioni, lapidi, sculture e la chiesa di Cristo Re sono stati pesantemente danneggiati.
Il ministero della Cultura croato è intervenuto con misure di emergenza, ma non è stato possibile effettuare una valutazione completa dello stato di conservazione a causa delle condizioni meteorologiche e della pandemia COVID-19.
Per questo motivo lo stesso ministero ha candidato il complesso cimiteriale di Mirogoj al programma 7 Most Endangered 2021.
«Il cimitero ha un importante significato storico, sociale ed emotivo, in qualità di primo cimitero pubblico multiconfessionale di Zagabria e luogo di riposo di numerosi personaggi storici», ha osservato il Consiglio di Europa Nostra.
Per questo motivo, oltre ai «primi passi cruciali» del governo croato per proteggere il sito, «è necessaria la solidarietà internazionale per riabilitare il complesso cimiteriale di Mirogoj».
Monastero di Dečani (Kosovo)
Il monastero di Dečani è patrimonio dell’umanità dal 2004.
Costruito nella prima metà del XIV secolo, è un monastero serbo-ortodosso che fa parte dei “Monumenti medievali in Kosovo”, insieme al monastero di Gračanica, al patriarcato di Peć e alla chiesa della Vergine di Ljeviš (Prizren).
Al suo interno contiene il più grande ciclo di affreschi in stile serbo-bizantino conservato, la struttura architettonica è in stile romanico-gotico ed è circondato da una fitta foresta.
È abitato ininterrottamente da quasi sette secoli e attualmente presenta servizi liturgici quotidiani e una comunità monastica attiva. Oltre a essere un importante luogo di culto, è aperto ai pellegrini e ai visitatori di tutte le fedi.
Dal giugno del 1999 il monastero di Dečani viene sorvegliato dalle truppe di pace KFOR guidate dalla NATO. Non ci sono solo preoccupazioni per la sicurezza del monastero, ma anche continui rischi di sviluppo locale inadeguato.
La minaccia principale arriva dal progetto di una strada internazionale, che dovrebbe collegare i comuni di Dečani in Kosovo e Plav in Montenegro. La strada dovrebbe attraversare la zona di protezione speciale e passare accanto alle porte del monastero.
Nell’estate del 2020 i lavori sono stati sospesi ed è stato raggiunto un accordo per costruire una variante. Inoltre, una sentenza della Corte Costituzionale del Kosovo ha confermato che la proprietà di 24 ettari di terreno circostante al monastero appartiene ai monaci stessi.
È stata la rete europea per i luoghi di culto storici Future for Religious Heritage a candidare il monastero di Dečani al programma 7 Most Endangered 2021.
Particolarmente significativo è il giudizio espresso dal Consiglio di Europa Nostra:
«Come parte della strategia di allargamento dell’UE nei Balcani occidentali, è urgente e imperativo assicurare una protezione olistica da parte di tutte le parti interessate di questo patrimonio mondiale in pericolo, attraverso il pieno rispetto dello Stato di diritto e dei valori-chiave europei».
E ancora:
«Una protezione adeguata, la comunicazione e l’educazione relative al patrimonio multiculturale e multireligioso del Kosovo sono un prerequisito per la riconciliazione e il dialogo che porterà a una pace duratura e alla prosperità nella regione».
Ufficio postale centrale (Skopje)
L’ufficio postale centrale di Skopje è una perfetta rappresentazione dello stile architettonico brutalista del secondo dopoguerra. Fu progettato dall’architetto e artista macedone Janko Konstantinov e completato nel 1974.
La struttura è in cemento armato, a forma di fiore di loto, a simboleggiare la rinascita urbanistica della capitale macedone dopo il pesante terremoto che causò danni alle infrastrutture della città nel 1963.
L’edificio ospitava il Centro delle Telecomunicazioni e delle Poste della Repubblica Socialista di Macedonia, durante il periodo della Federazione Jugoslava.
Questo esempio di architettura modernista del XX secolo è di vitale importanza per il paesaggio architettonico di Skopje, così come per il patrimonio europeo.
Nel 2013 è sopravvissuto a un enorme incendio, che però ha distrutto le vetrate della cupola, i murales del designer d’interni Borko Lazeski, l’arredamento e l’illuminazione originali.
Oggi è ancora più in pericolo. Da otto anni l’edificio è rimasto scoperchiato ed è esposto a ogni agente atmosferico. È minacciato anche dal deterioramento e dall’erosione causata dall’aumento delle acque sotterranee del vicino fiume Vardar.
Una cordata di enti, istituti, consulenti per il patrimonio culturale, insieme al ministero della Cultura della Macedonia del Nord, ha candidato l’ufficio postale centrale di Skopje al programma 7 Most Endangered 2021.
Il futuro dell’edificio è incerto per la gravità generale dei danni e per la complessità della ristrutturazione di questo tipo di architetture. Per questo motivo è necessario prima di tutto sensibilizzare il pubblico sull’importanza della sua protezione.
Il progetto prevede di riqualificare l’ufficio postale centrale come centro di attività culturali e sociali, con un focus sia locale sia internazionale.
Per sviluppare questo progetto di sviluppo sostenibile della comunità, sarà necessario sia il supporto delle istituzioni nazionali e delle comunità scientifiche e professionali, ma anche il coinvolgimento dal basso attraverso il crowdfunding.
«L’ufficio postale centrale è un simbolo audace della rinascita di una città dopo il terremoto. Questo sito deve rinascere una seconda volta», è il parere di Europa Nostra.
Fine tappa. Sul bancone di BarBalcani
Siamo arrivati alla fine di questo tratto del nostro viaggio.
Questa tappa ha mostrato l’importanza del legame tra il patrimonio culturale balcanico e i programmi europei di valorizzazione e riqualificazione.
Ecco perché oggi il bancone di BarBalcani si è trasformato in un festival intero, che ci mette in tavola le tradizioni balcaniche.
Si tratta del Balkan Street Food on Tour, un evento on the road nato in Germania e che sta portando in giro per il continente le specialità culinarie dei Balcani Occidentali.
Dall’ajvar alla rakija, dal burek alla baklava, i migliori chef locali di street food faranno assaggiare a tutti gli europei piatti e bevande della tradizione gastronomica della penisola.
Il tutto su un tappeto di musica tradizionale e pop balcanica, con gruppi dal vivo e dj set.
Dopo Berlino, Monaco e Francoforte, il Festival è atteso a Vienna e - si spera già dalla prossima primavera - anche nelle città italiane!
Riprende il viaggio di BarBalcani. Ci rivediamo fra una settimana, per l’ottava tappa.
Un abbraccio e buon cammino!
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Io come sempre ti ringrazio per essere arrivato fino a questo punto del nostro viaggio. Qui puoi trovare tutte le tappe passate. Se quella di oggi ti ha interessato, ti suggerisco questa lettura:
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