S2E16. Riprogrammare il futuro
Il programmatore macedone Borce Stamenov ripara vecchi computer e li dona a famiglie che ne hanno bisogno, anche per l'educazione a distanza dei bambini. In attesa che sia lo Stato a interessarsene
Ciao,
bentornata o bentornato a BarBalcani, la newsletter dai confini sfumati.
Per riprogrammare il futuro di un bambino, di una famiglia e forse anche di una nazione può bastare poco.
Un vecchio computer, delle competenze tecniche e la volontà di mettersi a disposizione di chi ha bisogno di aiuto.
Tutto qua.
È così che dalla città di Kavadarci, nel cuore della Macedonia del Nord, il programmatore informatico Borce Stamenov sta facendo la differenza.
Con la sua iniziativa Doniraj Kompjuter (‘Dona un Computer’) è riuscito a riparare più di mille computer destinati alla discarica, rimettendoli a nuovo per chi non può permettersene uno.
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2021, la delegazione dell’Unione Europea in Macedonia del Nord gli ha assegnato il premio speciale di solidarietà.
La campagna Doniraj Kompjuter
Borce, quando ti è venuta l’idea di riparare computer per donarli?
“La campagna Doniraj Kompjuter è nata quasi per caso, nonostante abbia sempre voluto trovare un modo per utilizzare le mie conoscenze per il bene della società.
Nell’azienda in cui lavoro da 20 anni, Bidat Informatika, conservavo computer obsoleti per formare gli stagisti.
Nel dicembre del 2016, alla fine di una giornata di lavoro, una donna è venuta a farmi visita, chiedendomi se avevamo un vecchio computer in più per i suoi tre figli.
Ne ho riparato uno e l’ho portato a casa loro. È nata così l’idea di portare un po’ di gioia a chi non può permettersi un computer”.
Ci puoi spiegare l’obiettivo della campagna e come viene messa in pratica?
“Lo scopo principale della campagna Doniraj Kompjuter è quello di dare una mano alle persone che hanno bisogno di attrezzature informatiche, ma che non possono permettersele.
All’inizio lavoravo da solo. Poi si sono uniti altri due volontari: Dejan Milacheski e Zike Kocev, che condividono lo stesso desiderio di aiutare senza ricevere nulla in cambio.
Di solito siamo sostenuti dal settore privato, anche se so che in quasi tutte le istituzioni pubbliche ci sono vecchi computer che potrebbero essere riparati e riutilizzati. Ma finora ci hanno contattato solo un paio di amministrazioni.
Sto sperando che qualcosa possa cambiare da quando il presidente della Repubblica, Stevo Pendarovski, ci ha fatto visita, offrendoci il suo sostegno. Non è un caso se l’ultima grande donazione di computer è stata portata nei nostri uffici dal suo staff”.
Come una serie TV
Come si articola questa attività, dalla raccolta dei vecchi computer alla donazione?
“L’iniziativa è abbastanza semplice. Abbiamo deciso di dividere questa campagna in ‘stagioni’, come una serie TV: ogni stagione consiste in 100 computer da riparare e donare.
Prima di tutto, sul nostro sito si può scegliere se donare o ricevere un computer.
Se si vuole donare, ci sono tutte le informazioni necessarie per farlo (indirizzo, numero di telefono, orari di apertura).
Se si fa domanda per ricevere un computer, si riceverà un messaggio che spiega cosa è necessario per ottenerlo. Per esempio, è richiesto un documento ufficiale del governo, che certifichi che la famiglia è socialmente ed economicamente in difficoltà.
Le operazioni di riparazione variano a seconda della condizione dell’apparecchio. Di solito non ci vuole più di un’ora, dal momento in cui siamo tutti professionisti con anni di esperienza.
Tutte le operazioni si svolgono nell’azienda in cui lavoro. Ma stiamo progettando di trasferirci, visto che ora siamo un’associazione ufficialmente registrata.
I nuovi uffici sono stati costruiti con donazioni di denaro e materiale di cui avevamo bisogno”.
Qual è il costo di questa attività?
“Non ci sono spese nella campagna Doniraj Kompjuter. Tutto quello che facciamo è in qualche modo coperto da un’altra donazione.
Le scatole per l’imballaggio vengono dalla società locale Kozuvcanka, il trasporto dei computer è gratuito grazie al servizio Eko Logistic di Skopje, il marketing (magliette, adesivi) è coperto da Kontura. Mentre Dejan, Ziko e io lavoriamo senza scopo di lucro”.
Quanti computer avete già riparato e cosa vi aspettate dal futuro?
“Su 1400/1500 vecchi computer che abbiamo ricevuto, 1200 sono stati riparati e consegnati.
Ovviamente sono molto contento di esserci riuscito partendo dal nulla, ma spero che in futuro non ci sarà più bisogno di noi.
Mi auguro che lo Stato si occupi di questa situazione e aiuti i cittadini in difficoltà. Fino ad allora, noi saremo qui per aiutare le persone dimenticate dal sistema”.
L’impatto della pandemia COVID-19
Con lo scoppio della pandemia COVID-19, qual è stato l’impatto dell’apprendimento a distanza sull’iniziativa?
“Dal 2016 fino allo scoppio della pandemia COVID-19 abbiamo donato 130 computer. Poi l’idea è ‘esplosa’: la pandemia ha mostrato che la Macedonia del Nord non era pronta per l’educazione online.
In meno di un anno siamo riusciti a riparare e donare 1070 computer. Significa che 1070 famiglie non si devono più preoccupare per l’istruzione a distanza dei loro figli.
E la lista d'attesa continua a crescere!”.
Come è stata gestita dallo Stato l’emergenza dell’apprendimento a distanza?
“Penso che siamo stati tutti colti di sorpresa dalla pandemia. I Paesi sviluppati hanno avuto pochi problemi o nessuno nel trasferire l’istruzione sulle piattaforme online.
La Macedonia del Nord invece non era pronta, come ho detto. Prima di tutto, siamo un Paese povero, con un alto tasso di corruzione.
E poi abbiamo questa strana abitudine di copiare i sistemi educativi dei Paesi ricchi, anche se il nostro non è tecnologicamente all’altezza”.
Com’è la situazione oggi?
“La richiesta di donazioni è in costante aumento. Doniraj Kompjuter sta avendo successo: da un’iniziativa che chiedeva aiuto, siamo diventati necessari.
Le persone e le aziende stanno aderendo con entusiasmo, perché sanno che in qualche modo possono essere d’aiuto”.
È possibile sostenere l’iniziativa oltre i confini della Macedonia del Nord?
“Finora ci sono stati solo pochi tentativi infruttuosi di portare vecchi computer da altri Paesi.
Ora che siamo un’associazione registrata possiamo provarci di nuovo. Ma penso che ci vorrà uno sforzo enorme da entrambe le parti, a causa degli ostacoli legali.
Per il momento, chiunque voglia sostenerci può trovare qui tutti i dettagli per fare una donazione in denaro.
E grazie di cuore!”
Fine tappa. Sul bancone di BarBalcani
Siamo arrivati alla fine di questo tratto del nostro viaggio.
Prima di rimetterci in viaggio, chiediamo al nostro ospite qualche consiglio al bancone di BarBalcani.
Borce, cosa ci consigli?
“Di solito sono una persona da birra. Ma recentemente mi sono appassionato al vino.
Ho un’amica che lavora nella più grande cantina dell’Europa sud-orientale.
La regione di Tikveš - dove vivo - produce vino da oltre 2.500 anni.
Ecco perché dovete unirvi a noi per bere un bicchiere di rosso... e magari potrei farvi anche da guida!”
Riprende il viaggio di BarBalcani. Ci rivediamo fra una settimana, per la diciassettesima tappa!
Un abbraccio e buon cammino!
Ti è piaciuta questa tappa? Inoltrala a qualcuno a cui pensi possa interessare!
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Io come sempre ti ringrazio per essere arrivato fino a questo punto del nostro viaggio. Qui puoi trovare tutte le tappe passate.
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